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TFM: Trattamento di Fine Mandato degli Amministratori

Oggi vi voglio intrattenere su qualcosa di diverso dal solito, che può essere una interessante lettura solo per una parte di voi: gli imprenditori.

Vi voglio parlare di TFM. TFM è l’acronimo di Trattamento di Fine Mandato.

Se i dipendenti possono usufruire del Trattamento di Fine Rapporto TFR, gli amministratori di società possono beneficiare del TFM.

Il TFM è una forma di compenso differito che una società può riconoscere ai propri amministratori e non solo, anche nei confronti di tutti quei soggetti che lavorano per la società ma non sono legati da alcun vincolo di subordinazione con essa, quindi sono dei collaboratori.

Il trattamento di fine mandato non è disciplinato direttamente dalla legge ma è un concetto derivato dalla combinazione di due diverse norme del codice civile: l’articolo 2120 e l’articolo 2364.

  • l’articolo 2120 del Codice Civile: tratta il tema del trattamento di fine rapporto.
  • l’articolo 2364 del Codice Civile: attribuisce tra i compiti dell’assemblea ordinaria di una società quello di determinare il compenso degli amministratori.

Queste norme consentono alle società di stabilire un compenso aggiuntivo e differito per i propri amministratori, creando una sorta di analogia fra il TFM ed il trattamento di fine rapporto TFR dei lavoratori dipendenti.

Vediamo assieme le principali caratteristiche e vantaggi del TFM.

Per gli amministratori l’utilizzo del TFM è l’accumularsi di capitali che verranno poi erogati sotto forma di indennità, per l’azienda si mette una spesa che può essere scaricata dal bilancio a fine anno.
Per l’azienda, quindi, rappresenta un costo deducibile, per l’amministratore costituisce reddito solo al momento in cui lo riceve e non quando viene accantonato ed, essendo soggetto a tassazione separata, non va a cumularsi con altri redditi, quindi senza incrementare l’aliquota IRPEF.

La tassazione separata per gli amministratori al posto della tassazione ordinaria è una facoltà: di conseguenza, ove l’applicazione della tassazione ordinaria dovesse risultare più conveniente ci si potrà avvalere di quest’ultima.

L’accantonamento del TFM non dovrebbe superare il 15% o al massimo il 20% del compenso annuo dell’Amministratore. In effetti è poco credibile la circostanza nella quale, ad esempio, il compenso annuo ammonta a € 50.000,00 e l’accantonamento a € 40.000,00. In questo modo l’azienda porterebbe in deduzione l’intera quota. Questa circostanza rileverebbe, a giudizio dell’Agenzia delle Entrate, una “elusione fiscale”.

Infatti, se il TFR, che è la “buonuscita dei dipendenti” deve essere calcolato sull’importo della retribuzione annua del dipendente diviso per 13,5. Relativamente al TFM invece “non esiste alcuna norma di riferimento”, e di conseguenza “non vi è limitazione all’ammontare”.
Nonostante ciò esistono dei limiti per la sua quantificazione, fissati in relazione all’impresa stessa. Quindi dovrà essere congruo alla reale situazione economica dell’azienda, al volume d’affari, alla capacità reddituale dell’impresa e all’attività prestata dallo stesso amministratore.

Utilizzare il TFM, però, non è una cosa facile perché è abbastanza particolare.
Infatti: deve essere presente nello Statuto della società e deve essere deliberato dall’assemblea.
Inoltre un altro vincolo da rispettare è che l’accordo tra la società e gli amministratori, concernente il TFM derivi da un documento di data certa: strumento che permette di dimostrare giuridicamente che un dato documento è stato con certezza formato o comunque sussiste a una determinata data, anteriore all’inizio della collaborazione tra la società e l’amministratore. Stabilire inoltre, una data certa è importante, perché si garantisce la deducibilità annuale degli accantonamenti del TFM. Senza data certa invece, non si perde la deducibilità degli accantonamenti, ma si dovranno dedurre nel momento in cui il TFM viene erogato.

Sulla tassazione del trattamento di fine mandato c’è anche da dire che per importi di TFM inferiori al 1.000.000 di euro e con data certa verrà applicata la tassazione separata. Per gli importi superiori al milione di euro è obbligatoria la tassazione ordinaria.

Quali sono i principali strumenti finanziari su cui accantonare il TFM?

  1. Conto corrente dell’impresa
  2. Fondi d’investimento
  3. Polizze a premi unici ricorrenti in Ramo V, dette a Capitalizzazione.

Lo strumento più usato e quello che io consiglio vivamente è il prodotto assicurativo a premi unici ricorrenti. Ecco i motivi di tale predilezione:

  • Il capitale accantonato si rivaluta e spesso la polizza può prevede una rivalutazione minima garantita con consolidamento del risultato
  • viene salvaguardato l’equilibrio finanziario nell’esercizio in cui verrà corrisposta l’indennità poiché il TFM viene erogata direttamente dall’assicurazione.
  • rappresenta una garanzia a favore dei beneficiari, poiché i capitali garantiti da tali strumenti sono impignorabili ed insequestrabili
  • E’ uno strumento dichiarato ADEGUATO dalla normativa vigente
  • Insequestrabile ed impignorabile
  • Possibili copertura caso morte
  • Possibilità per la società di ottenere prestiti a fronte degli accantonamenti in polizza
  • Professionalità e specializzazione della Compagnia Assicurativa nella gestione del denaro investito
  • L’azienda in quanto contraente della polizza ha la possibilità di disporre delle cifre e se beneficiaria della polizza, alla mancanza dell’amministratore le somme accantonate possono ritornare in capo all’azienda


Conclusione

Oltre al beneficio fiscale, il TFM può essere considerato come importante polmone pensionistico, senza avere però i vincoli del Fondo Pensione, nel senso che viene incassato interamente a prescindere dall’ammontare e non deve per forza essere trasformato, interamente o in parte in rendita.

Un altro grande beneficio che si può ottenere accantonando il TFM è che si può pensarlo come ad una sorta di riserva disponibile per chi volesse terminare di lavorare prima del raggiungimento dell’età pensionabile.
È questo il caso di molti amministratori di società, che decidono di lasciare o allentare gli impegni lavorativi in azienda, magari lasciando questo onere ai figli, pur rimanendo soci della società: non percepisco più compensi, non distribuisco utili per evitare la tassazione, ma posso utilizzare per la mia vita quotidiana, ciò che ho accantonato negli anni come TFM.

Infine, il TFM è una garanzia anche per quell’amministratore che si trovasse in condizione di dover essere “licenziato” per il quale quanto accantonato potrebbe consentire di avere il tempo e le risorse per ritrovare la giusta riallocazione nel mercato del lavoro.

Spero di aver stuzzicato, ancora una volta, la vostra curiosità, buona colazione e buon sabato.

Fedora Nadia Tamellini

#previdenza

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